I 10 film dedicati al mare migliori di sempre

20 Gennaio 2016

Possiamo parlarne per delle ore. Oppure bastano poche parole, che in alcuni casi possono diventare delle parolacce. Soprattutto se la nostra lista non vi è piaciuta. Ma se volete farlo, (cioè di parlarne o di insultarci) prima guardateli. Cosa? I 10 film dedicati al mare migliori di sempre. O meglio, migliori fino ad oggi. O meglio, migliori secondo noi. La nostra personale classifica. Quindi soggettiva come il colore di un costume Sundek (alcuni sono orribili) o come una bella ragazza incontrata per la prima volta magari per solo due ore in qualche festa (che poi è statisticamente il momento migliore per conoscere, così dicono le statistiche). Quando intendiamo film dedicati al mare, significa che il mare non è necessariamente protagonista, ma spesso una quinta teatrale, un luogo dove accade qualcosa. Buona lettura (se vi servono spunti) e buona visione se volete prima guardarli… perché non li conoscete, ma siamo certi che non sarà così.

1. Ponyo sulla scogliera

Hayao Miyazaki è il maestro giapponese dei cartoon. Solo che non capisci perché da adulto riesci a perderti nella magia delle sue tavole proprio come un bambino. Effetti speciali? Assolutamente no. E forse è questo il punto. La storia è semplice, lineare, essenziale, come l’estetica di un nighiri. Ma il mare è il vero protagonista. Prima di tutto perché è abitato da creature “in qualche modo terrestri” e poi perché il mare è un’onda di magia cromatica e di significati (volevamo usare semantica, ma lasciamo al Mereghetti queste parolone…) che sembra di avere preso una droga meravigliosa prima di sedersi sul divano. Solo chi ama il mare può immaginarlo e disegnarlo così.

2. All is lost, tutto è perduto

Pochssime parole, per il resto suoni, rumori, respiri, urla, pianti. La storia è da brividi e rappresenta il brivido numero uno per chi affronta un viaggio in oceano aperto: colpire un container. Rober Redford a bordo del suo sloop in navigazione solitaria colpisce con la murata di sinistra l’angolo di un enorme cointainer di scarpe da ginnastica… Ecco il film. Quello che colpisce ed è fantastico è la capacità di trasferire l’amore del suo armatore per la barca. Una relazione fisica, quasi erotica fra l’oggetto ferito e l’onore ferito del suo comandante. E chi lo dice se ci si commuove solo quando finisce una storia d’amore con un essere vivente? E poi chi dice cha la barca, in fondo un essere vivente non lo è?

3. Sapore di mare

Eccoci arrivati. Il mare inteso con la classica domanda: “come è il mare”?, in questo film diciamolo, fa proprio ca….re. Perché siamo in Versilia, che insomma con le Seychelles centra davvero poco. Ma la storia è un tributo al mare più di ogni altro film-commedia sul genere. Perché in questa banale e classica vicenda ci sono tutte le aspettative, le attese e i desideri di un gruppo di ragazzi (e delle loro famiglie) che partono per il mare… Raro in un film ambientato a terra e in spiaggia, riuscire a trovare quella leggerezza e quella energia che sono la cosa più bella di ogni vacanza marina. Chi prima di partire per la montagna ha provato la stessa cosa? Ecco perché merita un “postone” nella nostra classifica. E poi la colonna sonora è veramente da vacanza.

4. Cast Away

Chi non ha sognato di finire prima o poi su un’isola deserta almeno una volta nella sua vita. E quindi? Robert Zemeckis un film su questo l’ha fatto (mentre troppi si ricordano degli attori, pochi dei registi) e un tributo a lui è doveroso. Certo, da bambino non gli sarà sfuggito nemmeno il mitico Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Ed è questo che lo porta così su in questa classifica, Cast Away. Lo guardi e passata la prima paura, cioè quella di precipitare da un aereo, una volta arrivato in spiaggia ti dici… Beh non male! Certo non è facile, ma vuoi mettere avere gratis un’isola tutta per me? Il film è troppo personale per non sperare di avere un esito diverso da quello che ha, e infatti proprio per immaginare l’isola come vuoi tu e arricchirla di storie tutte tue, appena finisce ti fiondi in libreria a comprare il libro di Defoe. E così ti ritrovi invece che tenere gli occhi aperti per solo 2 ore e 23 minuti (tanto dura il film) a tenerli aperti una notte intera per divorare il libro. Nessun film riguarda così da vicino tutti, ovvero: “vorrei vivere in un’isola deserta” e nessun film ti fa fiondare in libreria per sognare e immaginare come sarà la tua… E poi l’avventura è sempre una libidine.

5. Master & Commander

Se non ci fosse stato quel mach odi Russel Crowe con ancora addosso il sudore del Gladiatore, forse sarebbe stato un flop. Ma per fortuna lui c’era. E l’epopea di quegli anni li è davvero bella, diciamo “figa” da vedere. Su questo non ci piove. Il mare è come una terra desolata da conquistare, che proprio perché fra le onde non ci sono confini visibili, l’attenzione si concentra sulla storia di quegli uomini. Sudici, scorretti, aggressivi, classisti, opportunisti, violenti, arrapati. Il peggio che si può. Ma quando sei in mare, non hai nulla da perdere. E pensi solo a vincere… E poi? Vogliamo mettere l’eleganza delle divise e la libidine della cena ufficiali nel “quadrato di poppa”?

6. Drift cavalca l’onda

Mare, onde, sole, erba, bei fusti e gnocche da paura. Praticamente tutto quello che serve. Per gli australiani la tavola da surf è come il limone per i sorrentini o la mozzarella per gli abitanti di Andria. La “masticano” da quando sono bambini. Ma qui la storia è un bell’intreccio fra relazioni familiari e personali. In più una sfida alle onde negli anni in cui, siamo nei mitici settanta, si sfidava anche la polizia sempre e comunque. I dialoghi a tratti sono poesia pura. Le fanciulle più spesso che a tratti. Le onde blu di un blu che solo da quelle parti si può vedere. Non rimane altro che mettersi in costume sul divano. Con tutto il necessaire…

7. Finchè dura siamo a galla, (Capitan Ron)

Una minchiata necessaria per l’umore… meglio se in inglese per godersi appieno il suono roco della voce di Kurt Russel, non a caso scelto poi da un signore che si chiama Tarantino per molti dei suoi film. La storia è quella di Ron, appunto, che fa lo skipper (sballato come è giusto che sia) ai Caraibi. Lo raggiunge un’allegra famigliola ritratto della middle class americana. Ne succedono di ogni, in mare a e terra. Con le onde che fanno da sottofondo alla storia, ma soprattutto con le onde che trasportano le storie: quelle della gente che le solca. Una vacanza ideale soprattutto perché sappiamo che è un film e un esempio formativo per il giovane figlio della coppia che, ne siamo certi da grande farà lo skipper. Spanato come Ron. Due ore di divertimento.

8. Un mercoledì da Leoni

Perché l’abbiamo messo in questo posto anche se meritava di essere più in alto in classifica? Semplice, perché questa non è una classifica! E soprattutto perché metterlo al primo posto è come dire che le Ferrari sono le macchine italiane più famose al mondo. Cioè, dove è la notizia? Detto questo c’è poco da aggiungere della storia e del fine curativo che questa ha: meglio una seduta sul divano per guardarlo che una seduta sulla chais long dell’analista. Il mare inteso come elemento non si vede molto, ma la forza delle onde che questi signori dominano con prepotenza e coraggio è una bella metafora utile da applicare anche nella vita. Non hanno paura, e non ci riferiamo alla paura di surfare, ma alla paura di vivere. Surfano la vita spesso cadendo, ma soprattutto rialzandosi, per rifarlo… C’è qualcosa da aggiungere su questo Prozac da assumere via tv?

9. La tempesta perfetta

Se vi piacciono i thriller, prego accomodatevi. Ecco il film fatto apposta per voi. Il mare incazzato come mai lo vedrete e detto fra noi, ci auguriamo continuate così. La cosa strana è che è una compliation di situazioni che seppur vere tutte insieme fanno paura anche ai capitani più coraggiosi. E poi perché salpare per sfidare il mare? Ma almeno lui, caro il mio bel essere umano che ama il caffè lo vogliamo lasciare in pace? Noi, se non si capito, tifiamo per lui. Lui il mare, non il caffè: what else…?

10. Le Grand Bleu

Basta stare sopra, adesso andiamo sotto. Nel blu, dipinto di blu che non è una canzone ma un colore. Pieno, denso e misterioso. La storia è quella che riguarda pochi. Degli uomini che desiderano sfidare se stessi e per farlo vanno giù nel mare. Un elemento che amano, ma che non possono vivere, essendo dotati di polmoni e non di branchie. Il sapore della prova con se stessi accompagna tutte le storie degli apneisti, che in fondo è quello che racconta il film di un Luc Besson insolito in questo ruolo. Dopo il primo tempo ti viene voglia di guardarlo con maschera e boccaglio, muta e pinne dalla vasca di casa. Il coinvolgimento è totale, anche se sai che quello è un film. Peccato che è tutto vero. Compreso il fatto che in Italia è uscito 14 anni dopo la prima visione al Festival di Cannes in Francia per una causa intentata da Enzo Maiorca. Docu film da non perdere, polemiche escluse.

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