Tipi da flottiglia

Tipi da flottiglia – La profumiera

Lei non cammina. Semmai vola. Leggera e leggiadra. I suoi piedi sfiorano il pavimento. Non lo calpestano, lo accarezzano. La camminata è ammiccante. Il passo sicuro, ma lento. Le mani, curatissime, si muovono con sensualità. L’occhio è furbo, vivace e veloce. 

Tutto sembra, anzi è, disegnato per piacere agli uomini. Non c’è una cosa che non sia fatta per questo. Sembra una moderna Maga Circe uscita dall’Odissea e parcheggiata sulla tuga di una barca a vela. Difficile, se non impossibile resisterle. Ma non perché la sua bellezza sia necessariamente irresistibile. Piuttosto perché è lei che sa esserlo. Ammicca con eleganza, provoca con educazione, insomma sa come fare. E quindi ti rapisce. Rappresenta il sogno di ogni uomo. Ma in realtà è il suo opposto. Un incubo assoluto. Qualche dubbio? Stiamo parlando della gattamorta anche definita profumiera o meno elegantemente rizzacazzi.

Sì in barca, può capitare (statisticamente il mondo ne è pieno, quindi…). E se capita, l’unico modo per non essere contagiati è avere la carta di identità scaduta o quasi scaduta per la terza o quarta volta, un esempio per dire che se si è giovani o troppo giovani si cade nel tranello. Ah, la carta d’identità dura 10 anni.

«Sai… (lunga pausa) ti sta proprio bene quella camicia. Ti ho sempre visto con la maglietta e vederti abbronzato e in camicia… (altra pausa). Sì stai bene» Dire una cosa così a un uomo, per di più a un uomo circondato da bikini ovunque in uno spazio ristretto come quello della barca a vela è come dare in mondovisione del brutto e ciccione al dittatore coreano Kim Hon Jung. Vedrai se non reagisce.  Per il più pacifico ma sfortunato ragazzo protagonista di questa storia, equivale a generare una reazione immediata, questa: andare in cabina guardarsi allo specchio e dirsi «vai cazzzoooooo, vaiiiii». A quel punto prendere un bel preservativo dal beauty, darsi una spruzzata di profumo e con grande sicurezza di chi ha tutto sotto controllo, uscire.

Tutto si mette bene. Ora il lui (che non sa ancora di essere un povero lui) si sente sicuro di sé e parla con gli altri per non dare nell’occhio. In realtà sta studiando l’occasione e il momento per riprendere il discorso e concludere in goal.  Al secondo dribbling ignorato di lui, lo fredda con una bordata: «guarda devo aver mangiato qualcosa di strano… ho un mal di testa stasera che non puoi capire». La serata si sfilaccia. Lui beve, lei anche. Cosa strana per chi ha il mal di testa, ma non puoi certo farglielo notare.

La notte passa speranzosa. Il giorno dopo sarà quello giusto, pensa lui. E così in rada mentre tutti si divertono lei è a prua con un altro compagno di barca. Chiacchierano, ridono, c’è complicità. Lei chiede: «scusa se non ti dà fastidio mi metti un po’ di crema sulla parte bassa della schiena?» Lui incredulo non se lo fa ripetere, e ovviamente, agisce con ostentata sicurezza. Lei ringrazia, bacino da sorella maggiore sulla guancia e via carpiato perfetto dalla prua mostrando il lato B. Appena in acqua parte per una nuotata lenta e ovviamente ammiccante. Torna a bordo dopo un po’ e si esibisce in una doccia esterna dalla poppa della barca che sembra l’inizio di un film scaricato da Youporn. Gli altri due uomini dell’equipaggio (di cui uno è lo skipper) si guardano. Nei loro occhi si legge tutto. E tutto comprende le posizioni, la durata, la quantità… 

La sera la passano tutti insieme. Dove insieme si intende tutta la barca, comprese le ragazze dell’equipaggio. Lei è brava a farsi volere bene da loro. Che cosa vuoi sono donne e quel gene lì ce l’hanno innato. Quindi che male c’è. Come fanno a criticarla se anche loro in passato hanno fatto parte della categoria? Non se la sentono di criticarla. Anzi sotto sotto ma neanche troppo sono divertite. In fondo lei si sta vendicando anche per loro… «gli sta bene a questi uomini – dice una all’amica – in fondo con tutto quello che abbiamo passato. Stronzi!» Sì la definizione stronzi per descrivere gli uomini in generale c’è sempre nel vocabolario di sintesi di ogni donna (gli uomini di solito usano zoccole, inutile negarlo).

Cambiano gli scenari e una sera gioca a fare la perfetta moglie con il più debole della barca. Un ragazzino bello e fisicato. Che se lei gli passasse per le mani le farebbe anche del gran bene. Ma lei no. Deve giocare anche con lui. E lo asseconda in dinette aiutandolo a preparare la pasta per tutto l’equipaggio (compresi i due di prima, chiaramente). «non sembriamo una coppia perfetta? ragazzi io e il mio neo maritino (provoca) vi stiamo preparando una bellissima cenetta» Insomma il ruolo della mamma lo usa per il più giovane del gruppo. Furba, furbissima…

La sera è l’ultima. Tutti in rada, tutti in barca e senza scuse. Se non altro perché bisogna finire la cambusa. All’appello di Maga Circe de’ noartri manca lui. Lo skipper. Non è per forza il più figo, giusto per essere chiari. Ma è quello che sempre per questioni statistiche ne ha viste molte. E qualcosa ha imparato. La corteggia. La provoca con la sapienza innata di chi ama il mare e di chi ha una strana autorità in barca. Gioca con lei e non nasconde una certa decisione nelle parole e nei gesti. Le prende le mani in modo elegante ma deciso, sono una dichiarazione di intenti. E lei capisce. Ora si sente accerchiata. Perché sa che ha giocato con il fuoco tutti i giorni e questa volta il ramoscello secco e indifeso è lei. Certo può sempre dire di no. Lo skipper è il primo a rispettare le regole. Ma lui ci sa fare, è il suo omologo al maschile.

Beve, bevono. Tutti insieme. Poi lui chiede di andare a prendere una torcia sull’altra barca e chiede apposta a lei di andare. Potrebbe dire di no, ma non ci riesce. Sente l’autorevolezza, sente la ferma e decisa richiesta che sa di un ordine. Partono non dopo avere acceso il motore del tender. È buio in mare e quando è buio in mare è buio… Ma c’è silenzio in mezzo al mare.

Da lontano si sente il motore che si ferma. Non va più. Benzina non aperta, motore che si ferma, ma lei questo non lo sa. Sono soli, su un canotto minuscolo. Sono al buio. Sono lontani abbastanza per non essere visti. Lui fa quello che deve. Lei non si sottrae. Ma non perché sia obbligata, solo perché ha trovato qualcuno che l’ha messa con le spalle al muro. E in fondo dopo avere passato una settimana a provocare, aveva un gran voglia di giocare…

E tu che tipo da flottiglia sei? Scrivicelo nei commenti oppure vai a scoprire tutti i personaggi della nostra carrellata. Buon vento marinaio!

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