Il sogno atlantico di Matteo Perucchini

12 Febbraio 2016

C’è un sogno mitico nella fantasia di ogni velista. Anche chi come noi, ha iniziato ad andare in barca da velista da weekend, traduzione marinara dell’automobilista della domenica. Ovvero nessuno di noi è Soldini. Il sogno mitico è: attraversare l’Oceano Atlantico.

Un simbolo, un traguardo, un’esperienza rigorosamente da raccontare al primo appuntamento tirandosela anche un po’. Perché chi l’ha fatta è diverso da chi non l’ha fatta. Chi l’ha fatta, compresi 2 skipper di Marmaglia, ha i meriti e il meritato rispetto di aver percorso 3.000 miglia nautiche, che meglio impressionano se snocciolate in chilometri terrestri: 5.556. Che fatti su un guscio di noce in mezzo al mare per 25 giorni di navigazione, fa paura. O meglio fa eccitare.

Ma c’è dell’altro. Anzi un altro. Si chiama Matteo Perucchini un 34enne che queste benedette, ma a volte anche maledette 3.000 miglia le ha fatte a remi. Ma la notizia è che questo italiano di Varese ha vinto la Talisker Whisky Atlantic Challenge: una folle remata che parte da La Gomera e arriva fino ad Antigua. Lui è arrivato per primo fra i 6 che hanno deciso di affrontare la “remata” in solitaria. Per la cronaca gli equipaggi totali erano 26. Ora il ’whisky è tutto per lui. Meritatamente. E se pensate che sia un pazzo, ascoltate la sua intervista perché sembra che anche lui se ne sia accorto.

Ma ormai era troppo tardi, perché era nel bel mezzo del mitico atlantico. Noi, li prima o poi ci andiamo. Perché Sand, la mitica Sand oltre ad essere perfetta per una navigazione così lunga e impegnativa ha un’altra caratteristica fondamentale. È una barca a vela, quindi la fatica è tutta nelle mani di Eolo. E noi su a godercela (più o meno…).

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